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Serata per Giuseppe Piccoli: quando la poesia scende in strada

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serata giuseppe piccoliIl male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita, mentre il bene viene spesso sepolto assieme alle loro ossa”.
Mario Allegri cita la frase di Shakespeare dal Giulio Cesare in apertura di una serata insolita, bella e coraggiosa a Cortile Mercato Vecchio per rendere omaggio all’opera del poeta veronese Giuseppe Piccoli, costruita dal gruppo Poetria in collaborazione con il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’ Università di Verona.
Personaggio scomodo, Piccoli, “di quelle vite che non vorresti mai”: pesantemente segnato dalla malattia psichica, dal parricidio, dal suicidio avvenuto nel 1987 all’età di soli 37 anni.
Temi forti, che muovono le parti oscure di tutti noi generando disagio e imbarazzo: forse è questa la ragione per la quale Verona ha parlato poco di un poeta che Giovanni Raboni e Maurizio Cucchi definiscono come uno dei più significativi del secondo ‘900. E il suo patrimonio poetico è rimasto in parte inedito, in parte frammentato in pubblicazioni non facili da reperire.
Ma la poesia non teme gli inferi, e non li teme il gruppo di Poetria introdotto da Giancarlo Beltrame, ‘gruppo clandestino di resistenza dal basso’, come si definiscono loro: un gruppo di persone assai diverse che ha adottato la poesia e la sua preziosa inutilità come strumento di sopravvivenza nella vita quotidiana.
Così il reading di lettura si preannuncia come una operazione di svelamento luce e trasmissione dei versi di Piccoli tratti, tra l’altro, da “Chiusa poesia”, da “Fratello poeta”, ”Tre tempi”.
“Tu ed io abbiamo avuto sempre/ poca dimora, ma tanto cielo”; “Mi tento, mi squaderno/nel lume di un nuovo alfabeto:/piegare dove cade la pena/ di sentirmi solo palude”; “Come fosti figlia/ dell’azzurro e di me/ ora sei foglia che si assottiglia/levigata dal vento”: i versi di Piccoli si librano nell’aria e respirano nelle voci di Margherita Sciarretta, Sandra Ceriani, Stefano Di SimoneMarina Nardovino, Federico Faccioli, Maristella Brentegani, Giancarlo Beltrame, Mauro Dal Fior, Donatella De Paoli, Dorella Giardini, Viviana Roveda, Paola Signoretti.
La voce esperta dell’attrice matura è seguita a ruota da un’altra più incerta e frettolosa: ma la forza di Poetria è questa, indovini persone reali accomunate dal piacere antico della parola detta.
Giancarlo e Mario assicurano rigore e ricerca filologica che hanno voglia di prendere ossigeno nelle strade; come è avvenuto il 21 marzo con PrimaVera PoEtica 2012  e qualche settimana fa con Verona Risuona quando i lettori di Poetria hanno portato le poesie per le vie del centro di Verona là dove la poesia alligna, fra i corpi e le emozioni di uomini e donne. E la cosa funziona: c’è una piccola magia che costruisce un ritmo e incatena lo spettatore al suono dei versi liberati nell’aria e ai movimenti delle braccia di Martine Susana che cerca il silenzio o segue le note della musica di Tommo Castiglioni. E con il corpo ci ricorda la fisicità dei versi, come le pennellate di Iaia Zanella e Gianni Burato sul murale ci fanno riannusare colori, suoni, odori dei versi oltre le provocazioni intellettuali.
‘Location’, come usa dire oggi, assai suggestiva: il palco, messo a disposizione dall’Estate Teatrale Veronese grazie a Giampaolo Savorelli e Augusto Radice, si giova delle luci calde sistemate da Martina; il resto lo fa la piazza, diventata contenitore scenograficamente perfetto di emozioni.
Riportare alla luce le poesie di Piccoli genere vita: i versi sono nell’aria, molti non li hai nemmeno capiti veramente, eppure ti senti in qualche modo connesso con le parole, col gruppo, con la signora col tuppo vicino a te che è passata per caso leccando il gelato e poi non s’è schiodata più, con i pezzi arruffati di te che vagavano scomposti e ora possono galleggiare come foglie sul fiume.
E ti chiedi se la cultura, al meglio, e la cultura in una grande città, non debba essere anche questo: un intento ardito che cammina sulle gambe di persone coraggiose e muove anche verso cose scomode alla ricerca, insieme, di quel pezzo di unicità, bellezza, incomprensibilità, mistero che ci fanno più vicini al nostro essere uomini e donne e al sentire l’altro simile a te.
E senti tutta la preziosità di una serata come questa.

Fernanda de Rinaldi

 

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